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Attualità

Lavoro in crisi: i 3 settori dove i licenziamenti sono aumentati

Una statistica americana mette in luce quali siano i settori lavorativi maggiormente in crisi, vediamo di che cosa si tratta.

Costruzioni (foto Adobe – Vostrisoldi.it)

Il mondo del lavoro non è immutabile ma cambia a seconda delle esigenze della società. Per questo, ciclicamente, ci sono settori lavorativi che che conoscono tempi d’oro e altri che vanno in crisi. Per non parlare poi di tutti i nuovi settori che nascono a causa dell’innovazione. Sta di fatto che è importante conoscere quali siano i settori lavorativi più appetibili e quali invece stiano attraversando momenti difficili, anche al fine di evitare licenziamenti.

In questo ci viene in aiuto uno studio americano che ha confrontato l’indice di rischio di perdita del lavoro in diversi settori elaborato dal Conference Board. Ne sono emersi dati interessanti, che possono essere spiegati anche alla luce del momento storico che stiamo attraversando. Vediamo nel dettaglio quali sono questi settori e perché stiano attraversando un momento di crisi.

Settori in crisi e rischio licenziamento: lo studio made in USA

Magazzino (foto Adobe – Vostrisoldi.it)

Secondo uno studio americano sarebbero principalmente tre i settori lavorativi in crisi i cui dipendenti sono più a rischio licenziamento. Per ottenere questa terna l’indagine ha preso in considerazione 6 fattori: l’esposizione alla carenza di manodopera, la sensibilità alla politica monetaria, i livelli di istruzione richiesti, lo stato della ripresa dopo la pandemia, le prospettive a lungo termine della domanda, l’età e il livello di esperienza della forza lavoro.

Il primo è il settore a rischio risulta essere quello dell’informazione. La spiegazione di ciò è da ricercarsi soprattutto nella situazione post pandemia. Durante l’emergenza sanitaria molti business hanno dovuto spostare le loro attività online con un conseguente aumento nella richiesta di determinate figure specializzate, come gli ingegneri informatici, ad esempio. La fine della pandemia ha fatto si che la richiesta di questi profili calasse, rendendoli più a rischio licenziamento.

Gli altri settori a rischio sono quelli del trasporto, magazzinaggio e edilizia. Anche in questo caso si può trovare una spiegazione nella pandemia: durante il Covid molti negozi si sono spostati online e ciò ha richiesto personale capace di gestire magazzini e spedizioni. Al termine dell’emergenza molte persone sono tornate a frequentare negozi fisici rendendo non più necessarie queste categorie di lavoratori per numerose aziende.

Nicole Beneventi