Se i condomini non pagano, chi dovrà saldare i loro debiti? La risposta non è scontata

Cosa accade se non si pagano le quote condominiali, spese che servono alla manutenzione o alla conservazione di un immobile.

Spese condominiali non pagate legge
Condominio (Foto da Canva) – Vostrisoldi.it

Quando si vive in un condominio si dovrà procedere con il pagamento delle quote, con scadenze precise, che servono per coprire le spese effettuate, appunto, a livello condominiale. Costi di gestione che dovranno essere suddivisi in base alle quote millesimali.

Il condomino dovrà versare le proprie rate all’amministratore condominiale che si occupa delle gestione delle spese. Ma cosa succede, però, se uno dei condomini non paga? Cosa prevede la legge?

Spese condominiali, cosa succede se non si pagano le quote

Spese condominiali non pagate legge
Euro (Foto da Canva) – Vostrisoldi.it

L’articolo 1123 del Codice Civile italiano regolamenta le cosiddette spese condominiale, ossia i costi che vengono sostenuti per la gestione dello stabile affidata all’amministratore, nominato in sede di assemblea.

Secondo quanto stabilito dall’articolo sopracitato, le spese condominiali sono proporzionalmente suddivise tra i condomini in base al valore della proprietà posseduta. Diversamente, se si tratta di costi per andare ad effettuare dei lavori o semplicemente per la conservazione di aree destinate solo ad una parte dell’immobile, dotato magari di più scale o cortile, saranno a carico dei condomini che ne usufruiscono.

In molti si saranno chiesti cosa può accadere se non si pagano le proprie quote nelle scadenze fissate? In questo caso, l’amministratore può far partire la procedura per recuperare le quote mancanti. Se anche dopo la prima richiesta, il condomino risulterà moroso, verrà inviato un decreto ingiuntivo attraverso il Tribunale che imporrà il pagamento entro 40 giorni, allo scadere di questi giorni scatta l’esecuzione forzata. Il pignoramento per il mancato pagamento delle quote condominiali segue l’iter del recupero crediti.

L’amministratore, se la morosità supera i sei mesi, potrebbe anche procedere sospendendo alcuni servizi condominiali comuni suscettibili di utilizzo separato. Infine, se il debito non è stato recuperato attraverso i metodi sopracitati, secondo quanto disposto dall’art.63 delle disposizioni di attuazione del codice civile, questo ricade sugli altri condomini che saranno chiamati al pagamento. A volte, difatti, per evitare tali situazioni, l’amministratore può richiedere di creare un fondo apposito, richiesta che dovrà superare, ovviamente, il voto dell’assemblea condominiale.

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