Come aumentare lo stipendio con dei bonus direttamente sulla busta paga

I datori di lavoro possono decidere di inserire nella busta paga di tutti o di alcuni dipendenti i cosiddetti fringe benefit, una sorta di retribuzione accessoria: di cosa si tratta. 

Fringe benefit busta paga lavoratori
Lavoratore (Foto da Canva) – Vostrisoldi.it

Non è un periodo facile quello attuale per i lavoratori: imprese che chiudono e stipendi bassi non fanno ben sperare. I datori di lavoro ed il Governo stanno cercando di frenare questa situazione con bonus e norme in tal senso.

Tra le varie agevolazione, da tempo si parla di fringe benefit, ossia di benefici che vengono erogati dal datore di lavoro ai propri dipendenti in busta paga non in denaro ma in forma di servizi: una sorta, dunque, di retribuzione accessoria.

Fringe benefit, cosa sono e in cosa consistono: tutto quello che c’è da sapere

Fringe benefit busta paga lavoratori
Lavoratori (Foto da Canva) – Vostrisoldi.it

Alcuni datori di lavoro, come stabilito dall’art. 2099 del Codice Civile, hanno la facoltà di poter aggiungere nelle buste paghe dei dipendenti delle retribuzioni accessorie, i cosiddetti fringe benefit, letteralmente “benefici secondari” conosciuti anche come “compensi in natura”.

Si tratta, appunto, di benefici accessori che il datore di lavoro può riconoscere ai dipendenti o ad alcuni di loro, magari per lo svolgimento di una particolare mansione o per il raggiungimento di obiettivi prefissati. Questi verranno aggiunti direttamente sulla busta paga non in forma di denaro, ma con l’erogazione di servizi che possono essere di varia natura: dai buoni pasto ai dispositivi come smartphone o tablet, o l’utilizzo di un’auto aziendale, ma anche la possibilità di poter richiedere un prestito agevolato. Fringe benefit sono anche l’uso di un’abitazione/alloggio aziendale, ma anche eventuali borse di studio. Tali incentivi possono essere erogati anche attraverso voucher per usufruire di particolari servizi.

Secondo le normative fiscali, nello specifico dall’articolo 51 comma 3 del Testo Unico sulle Imposte dei Redditi (TUIR), tali benefici non costituiscono reddito per il lavoratore se hanno un valore complessivo inferiore ai 258,23 euro l’anno. Oltre questa soglia si dovrà considerare come importo imponibile. La soglia di 258 euro costituisce un vantaggio sia per il lavoratore, che non avrà alcun tipo di tassazione Irpef, sia per il datore di lavoro che potrà dedurre l’importo dal reddito d’impresa.

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