Errore nel pagamento di una multa: la sentenza della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione si è espressa in merito al caso di un automobilista che aveva pagato in maniera errata una multa comminata per un’infrazione stradale.

Multa pagata errore sentenza
Tribunale (Foto da Canva) – Vostrisoldi.it

Quando si commette un’infrazione alla guida si rischiano sanzioni amministrative, come previsto dal Codice della Strada. Le multe vanno pagate entro determinati termini altrimenti si rischiano gli interessi che vengono comunicati attraverso le cartelle esattoriali.

Può capitare anche di sbagliare un pagamento, in questo caso cosa si rischia? A fare maggiore chiarezza è una sentenza di qualche anno fa della Corte di Cassazione: ecco quanto stabilito se si paga un importo errato.

Sbaglia a pagare una multa: interviene la Corte di Cassazione

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Traffico (Foto da Canva) – Vostrisoldi.it

Una sentenza della Corte di Cassazione si è espressa in merito all’errore del pagamento di una multa, comminata per un’infrazione stradale. Si tratta della sentenza numero 9507 del 2014.

Il caso in esame è quello di un automobilista di Lucca che ha provveduto al pagamento di una sanzione amministrativa di 111,5 euro dimenticando di versare le spese postali per la giacenza pari a 3,25 euro. Una dimenticanza per la quale si è visto recapitare una cartella esattoriale, riporta Sicurauto.it, da ben 150,82 euro.

Il proprietario del veicolo ha, quindi, deciso di adire le vie legali: il Giudice di Pace aveva dato ragione all’automobilista, ma il Comune di Lucca ha deciso di ricorrere alla Cassazione che si è espressa sul punto appoggiando la tesi del Giudice di Pace ed annullando, quindi, la cartella esattoriale.

Secondo gli Ermellini il mancato pagamento delle spese accessorie (quelle postali) non siano comprese nell’importo totale dell’infrazione che è stata corrisposta, come prevede il Codice della Strada. Le spese accessorie, secondo la Suprema Corte, non possono incidere sulla sanzione in sé che non può essere raddoppiata. La legge prevede, difatti, che se la multa viene pagata dopo 60 giorni dall’emissione, il suo importo raddoppierà.

La sentenza della Cassazione e quella del Giudice di Pace di Milano sono andate contro il vecchio orientamento che, basandosi letteralmente articoli 201 e 202 del Codice della strada, includeva nell’importo della sanzione le spese di accertamento e notifica a carico del trasgressore.

Da quando è stata emessa nel 2014, non ci sono stati ulteriori cambiamenti ad oggi.

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