Canone Rai, perché non verrà mai abolito?

Il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri ha spiegato i motivi per cui non andrebbe abolito il canone Rai che tanto fa discutere.

Nel febbraio del 1938, attraverso un Regio Decreto, in Italia venne introdotto il canone Rai, tuttora in vigore. Si tratta di un’imposta per la detenzione degli apparecchi per la ricezione di radioaudizioni televisive.

Canone Rai perchè non va eliminato
Il senatore Maurizio Gasparri (Facebook – Maurizio Gasparri) – Vostrisoldi.it

La tassa ormai fa discutere i cittadini da anni e si era parlato anche di un’eventuale abolizione, mai, però, arrivata. Del canone e del suo pagamento ha parlato di recente anche il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri.

Canone Rai, l’opinione del senatore Maurizio Gasparri: perché non va abolito

Nonostante sia a conoscenza di sostenere una causa impopolare, io difendo il canone Rai”. Queste le parole alla redazione de Il Riformista di Maurizio Gasparri, senatore di Forza Italia, in merito all’imposta dovuta per il possesso di apparecchi televisivi che da qualche anno viene pagata attraverso le bollette dell’energia elettrica.

Canone Rai perché non sarà abolito
Euro (Foto da Canva) – Vostrisoldi.it

L’ex ministro delle telecomunicazioni ha poi proseguito affermando quali siano le motivazioni per cui a suo avviso la tassa non deve essere abolita. In prima battuta per la cifra, che ammonta a circa cento euro all’anno dilazionato nelle bollette della luce, in secondo luogo perché trattandosi di un servizio pubblico esso va finanziato dallo Stato. Quest’ultimo, aggiunge Gasparri, può agire o chiedendo un versamento ai contribuenti o intervenendo sulla fiscalità generale, cambierebbe poco.

Secondo il senatore di Fi, la Rai, nonostante l’avvento delle pay tv e delle altre emittenti gratuite, rimane un “servizio essenziale” come lo è stato nei suoi primi anni quando, grazie al maestro Alberto Manzi, ha contribuito all’alfabetizzazione, ma non solo. In quegli anni, mandando in onda sceneggiati storici ha permesso a molti di conoscere i più famosi classici della letteratura italiana.

Infine, secondo Gasparri, come si legge su Il Riformista, il pagamento del canone garantirebbe l’equilibrio tra le varie emittenti presenti in Italia, dato che la Tv di Stato ricevendo l’imposta è obbligata a limitare gli spazi pubblicitari sui propri canali. Andando ad abolire la tassa, la Rai dovrebbe raccogliere più pubblicità, magari togliendola al mondo dell’editoria già in crisi. Si creerebbe, dunque, una sorta di effetto domino.

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