ChatGPT nei guai: OpenAi citata in giudizio a causa di alcune risposte date

Un noto presentatore radiofonico ha denunciato l’organizzazione OpenAI per la condotta del suo chatbot ChatGPT: la storia.

L’Intelligenza Artificiale ed il suo utilizzo continuano a far discutere in tutto il mondo, ma soprattutto negli Stati Uniti, dove molte aziende avrebbero adottato i chatbot, software in grado di riprodurre e simulare conversazioni umane ed elaborare testi.

Chatbot denuncia accuse conduttore radiofonico
Chatbot (Foto da Canva) – Vostrisoldi.it

Tra i più noti ChatGPT, rilasciato lo scorso anno dall’organizzazione OpenAI. Proprio quest’ultima, circa due settimane fa, sarebbe stata denunciata da un noto presentatore radiofonico chiedendo un risarcimento per la condotta del suo chatbot.

OpenAI denunciata dal conduttore Mark Walters: i dettagli della vicenda

Il 5 giugno scorso, il noto conduttore radiofonico statunitense Mark Walters, ha denunciato OpenAI, organizzazione no profit che si occupa dello sviluppo e di studi sull’Intelligenza artificiale.

Mark Walters denuncia intelligenza artificiale
Tribunale (Foto da Canva) – Vostrisoldi.it

Il motivo? Secondo quanto riporta il quotidiano The New York Post, il presentatore e fondatore di CCW Broadcast Media LLC, tra le compagnie maggiori radiofoniche negli Stati Uniti, avrebbe citato in giudizio l’organizzazione per le risposte che il suo chatbot avrebbe dato in merito alla sua persona. ChatGPT sosteneva che Walters fosse stato tesoriere e Cfo (Chief financial officer) della Saf (Second Amendment Foundation), organizzazione statunitense che sostiene i diritti sulle armi. Inoltre, secondo l’Ia, il presentatore sarebbe stato accusato di appropriazione indebita e frode ai danni proprio dell’organizzazione.

Il chatbot era stato interrogato dal caporedattore di AmmoLand che aveva chiesto un riassunto sul caso che coinvolge Saf contro Robert Ferguson: ChatGPT aveva elaborato una risposta di circa 30 pagine inserendo anche quanto sopracitato su Walters.

Ovviamente si tratta di accuse false: Walters non è mai stato accusato di questi reati e non ha mai avuto un ruolo all’interno della Saf. Per questa ragione, ha deciso di portare il caso in tribunale chiedendo un risarcimento danni per quanto sostenuto dal chatbot che avrebbe leso la reputazione del presentatore “esponendolo all’odio dell’opinione pubblica”.

Non è ancora stato reso noto a quanto ammonta il risarcimento richiesto dal conduttore radiofonico che verrà stabilito solo in fase processuale.

Già nei giorni scorsi si era discusso di ChatGPT, dopo il racconto di due copywriter che erano stati licenziati e sostituiti dal chatbot.

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