Riceve in eredità 180 milioni di lire, la Banca d’Italia non li cambia: il caso

L’eredità di un parente non è sempre una bella notizia. Lo sa una signora di 78 anni di Latina, a cui la Banca d’Italia ha negato una vera fortuna.

Una fortuna negata
Eredità (foto Adobe – Vostrisoldi.it)

Francesca Marino non avrebbe mai voluto ricevere quella notizia: suo zio non ce l’aveva fatta e, alla fine, era morto. Aveva condotto una vita tranquilla ma era rimasto celibe e senza figli, perciò tutto ciò che era di sua proprietà sarebbe finito a Francesca, in eredità. Tra oggetti, vestiti e cianfrusaglie, tuttavia, c’era qualcosa di più prezioso. Incastrata nell’intercapedine di un muro di una casa di campagna, a Catania, c’era letteralmente una montagna di soldi: 180 milioni di lire in banconote di vario taglio.

La donna, di 78 anni originaria di Latina, ha quindi contattato la Banca d’Italia per effettuare il cambio in Euro. La cifra era importante e avrebbe fatto comodo a lei e alla sua famiglia. Francesca stava già pregustando il sapore di una fortuna e invece è rimasta a bocca asciutta. La Banca d’Italia è stata netta: non si può fare.

180 milioni di lire in eredità: perché la Banca d’Italia non li ha cambiati

Una fortuna negata
Lire (foto Adobe – Vostrisoldi.it)

La donna si è sentita rispondere, dalla Banca d’Italia, che il cambio della sua eredità non era più possibile perché ormai erano già trascorsi dieci anni dall’entrata in circolazione dell’Euro, avvenuta ormai nel 2002. In origine, la data entro cui era possibile convertire le banconote in lire non prescritte era stata fissata al 28 febbraio 2012 ma il legislatore aveva deciso di anticipare la prescrizione delle lire al 6 dicembre 2011, con decorrenza immediata: Francesca era dunque fuori tempo massimo.

Così si è rivolta all’Associazione Giustitalia per ottenere lo stesso il cambio dell’eredità dello zio tramite una richiesta di conversione avanzata davanti al Tribunale Ordinario. Dopo aver analizzato il caso, i suoi avvocati sostengono che sebbene in Italia esista una prescrizione ordinaria decennale per l’esercizio dei diritti di credito, è altrettanto vero che il termine iniziale dei dieci anni decorre da quando una persona può far valere il proprio diritto: nel caso di Francesca, quindi, dalla data di ritrovamento delle banconote. La legge, dunque, può venire in aiuto della donna. O almeno così sembra.

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