Reddito di Cittadinanza: il Governo fa un passo indietro? Ecco cosa sappiamo

Clamorosa retromarcia da parte del Governo Meloni? È quel che sembra nel vedere le sue mosse per la sostituzione del Reddito di Cittadinanza.

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Cittadini per strada (Canva) – VostriSoldi.it

Si fa un gran parlare in questi ultimi giorni del Reddito di Cittadinanza e di come cambierà da qui a pochi mesi. Il Decreto Lavoro del Governo Meloni sembra aver messo definitivamente la parola fine alla misure del Movimento 5 Stelle, eppure, pare che almeno in parte, l’esecutivo abbia scelto per una clamorosa retromarcia in tal senso. Cosa è accaduto?

L’Rdc dovrebbe “chiudere i battenti” a partire dal prossimo settembre, sostituito dalla GIL e la GAL, ovvero la Garanzia per l’Inclusione e la Garanzia per l’Accompagnamento Lavorativo. Si tratta di due misure pensate rispettivamente per i nuclei familiari con almeno un membro over 60, disabile o studente, e per i cosiddetti occupabili, ovvero tutti i cittadini fino a 59 anni, che per un periodo limitato avranno a disposizione 350 Euro al mese.

Addio Reddito di Cittadinanza…O forse no? La retromarcia del Governo

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Cittadini per strada (Canva) – VostriSoldi.it

Oltre alla GIL e la GAL, a partire dal mese di settembre sarà prevista la PAL, ovvero la Prestazione di Accompagnamento al Lavoro, una misura sostitutiva che sarà in vigore per quattro mesi, fino alla fine del 2023, e verrà percepita da chi il Governo riteneva non avere più diritto al sussidio, ovvero le persone considerate occupabili.

Peccato che così non sia, e quindi metà di queste persone, circa 404.000 cittadini totali, prenderanno come previsto 350 Euro al mese per 4 mesi, mentre l’altra continuerà a prendere l’Rdc fino a fine anno. Si tratta di una mossa che costerà alle casse dello stato non certo una somma da poco, si parla di 660 milioni di Euro per coprire questo “errore“.

Come coprirà questo “buco” il Governo Meloni? La soluzione per recuperare 500 milioni di Euro sarà di spostarli dal Pon Spao finanziato con il ReactEu, ovvero soldi che sarebbero dovuti essere destinato al Pnrr, e altri 175 milioni di Euro da quelli della Garanzia Giovani che dovevano essere usati per l’assunzione di donne e under 36. Ciò permetterà all’esecutivo di andare, appunto, a metterci letteralmente “una pezza” e concludere il 2023 come previsto, nell’attesa di iniziare il nuovo anno con le nuove misure previste.

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