Tari, quando si può pagare di meno | Tutto quello che devi sapere

A volte si può risparmiare sulla Tari, vediamo quando sono ammesse le riduzioni sulla tassa dei rifiuti e chi ne ha diritto

Tari:quando si ha diritto alla riduzione
Tari (Foto Adobe – Vostrisoldi.it)

La TARI, acronimo di TAssa sui RIfiuti, è un’imposta destinata a finanziare i costi relativi al servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti in Italia. Il presupposto su cui si basa l’imposta della Tari è che “il possesso o la detenzione a qualsiasi titolo di locali o di aree scoperte, a qualsiasi uso adibiti, suscettibili di produrre rifiuti urbani“.

La tassa fa riferimento alla superficie dei locali e delle aree oggetto della Tari e si calcola in base alle quantità e qualità medie ordinarie di rifiuti prodotti per unità di superficie, in relazione all’uso che vi si fa e all’attività che vi si svolge. Per questo la Tari si compone di una parte fissa, data principalmente dalle componenti fisse del costo del servizio, e di una variabile che dipende dalla quantità di rifiuti prodotta. Esistono tuttavia alcune riduzioni della Tari di cui si può fare richiesta in alcuni casi, quali?

Quando si può richiedere una riduzione della Tari?

Tari: quando si ha diritto alla riduzione
Rifiuti (Foto Adobe – Vostrisoldi.it)

Le riduzioni sulla Tari possono essere di due tipi: obbligatorie e facoltative. Queste riguardano ad esempio i proprietari di un immobile che non produce rifiuti o produce solo rifiuti speciali non soggetti alla Tari. Oppure sono applicabili nel caso in cui l’immobile sia destinato ad attività stagionale che non produce rifiuti per la maggior parte dell’anno o se è vuoto o non abitabile.

Per tutti questi casi, e in altri eventualmente previsti dai vari regolamenti comunali, è prevista una riduzione o esenzione dall’imposta sui rifiuti. Per averne diritto bisogna dimostrare al comune in cui è locato l’immobile che sussistono i presupposti per l’esenzione/riduzione.

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Più nel dettaglio tra le riduzioni obbligatorie troviamo i casi in cui:

  • nelle zone in cui non è effettuata la raccolta dei rifiuti, in relazione alla distanza dal più vicino punto di raccolta rientrante nella zona perimetrata o di fatto servita, prevedendo anche una modulazione: si paga fino al 40% della tariffa;
  • per il mancato svolgimento del servizio di gestione dei rifiuti, l’effettuazione dello stesso in grave violazione della disciplina di riferimento, o l’interruzione del servizio per motivi sindacali o per imprevedibili impedimenti organizzativi che abbiano determinato una situazione riconosciuta dall’autorità sanitaria di danno o pericolo per le persone o per l’ambiente: si paga fino al 20% della tariffa;
  • in caso di raccolta differenziata riferibile alle utenze domestiche. In questo caso la tariffa è scelta del comune;
  • in un’abitazione posseduta da persona non residente e titolare di pensione estera: si paga fino a 1/3 della tariffa.

Le riduzioni facoltative riguardano invece le abitazioni con un unico occupante, le abitazioni tenute a disposizione per uso stagionale o altro uso limitato e discontinuo, nei locali, diversi dalle abitazioni, ed aree scoperte adibiti ad uso stagionale o ad uso non continuativo, ma ricorrente.

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