Cos’è la ritenuta d’acconto e differenze con la fattura | Tutto ciò che devi sapere

In molti si chiedono cos’è la ritenuta d’acconto, quando va usata e qual è la differenza con la fattura. Ecco quali sono le sue specifiche

Ritenuta d'acconto: differenza con la fattura
Differenze tra ritenuta d’acconto e fattura (Foto da Canva) – Vostrisoldi.it

Spesso quando si effettuano delle prestazioni lavorative, ci viene chiesta la ritenuta d’acconto. Ed eccoci brancolare nel buio più assoluto. Ed ecco che partono le mille domande: di cosa si tratta? Come si calcola? Quando devo farla? Ma è una fattura? Quali sono le differenze? E via discorrendo.  Bisogna partire dal presupposto che la ritenuta d’acconto non è altro che un anticipo che il cliente deve trattenere dal nostro compenso, come anticipo delle tasse da pagare. Ma perché si fa questa operazione? E quando è prevista, e soprattutto chi deve calcolare gli importi? Andiamo nel dettaglio a capire come calcolarla e in quali casistiche va utilizzata.

Ritenuta d’acconto: ecco il calcolo

cos'è la ritenuta d'acconto
Ritenuta d’acconto: ecco cos’è (Foto da Canva) – Vostrisoldi.it

Come visto la ritenuta d’acconto è di fatto un anticipo sulle tasse, e si utilizza spesso quando non c’è possibilità di emettere fattura essendoci assenza di partita iva. Si pensi ai freelance, o quelli che sono chiamati professionisti senza cassa. In questo caso, siamo noi che sul nostro compenso dobbiamo calcolarne l’importo. Come si fa? La ritenuta, senza cassa previdenziale, si calcola con il compenso, più la rivalsa INPS, maggiorazione del 4% sul compenso lordo.

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Il cliente così sarà il sostituto di imposta, sostituendosi a noi nel pagamento dell’IRPEF, che saranno poi a noi sottratte quando dovremo fare la dichiarazione per pagare le tasse. Il calcolo va quindi applicato in questo modo: mettiamo il caso il nostro compenso fosse di 1000 euro, va calcolata la rivalsa del 4%.

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Quindi 1000*4% (1040), più il suo calcolo di iva del 22%. Il risultato sarà quindi, di totale in fattura di 1040 + il 22*, sarò di 1.268,8.  Per i professionisti con cassa invece, si agisce soltanto sul compenso concordato. Ovvero nella ritenuta d’acconto ci sarà la detrazione del 20% dal compenso stipulato. La differenza sta nel fatto che se il cliente dispone della p. Iva, nell’emettere fattura deve indicare nel documento la ritenuta, diversamente non va indicata. Può sembrare inizialmente qualcosa di complicato, in realtà è estremamente semplice ed immediato.  Va utilizzata su quei compensi relativi e di lavoro autonomo, oltre che anche sui lavoratori dipendenti.

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