Stufa a pellet, manutenzione obbligatoria: quando e i rischi se non si fa

Benché non sia certo un bisogno impellente, è bene pensare per tempo alla manutenzione della stufa a pellet. In pochi sanno che è per legge obbligatoria. Ecco cosa si rischia se non la si esegue.

Tra i metodi di riscaldamento più usati di quest’ultimo periodo troviamo sicuramente la stufa a pellet, il materiale organico che possiamo trovare anche al supermercato. Il motivo di tanto successo è da ricercare nel risparmio rispetto ad altri metodi come la caldaia, e in questi ultimi tempi, con il costo del gas alle stelle, sempre più famiglie hanno deciso di investire in questo tipo di stufe.

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Truccioli di pellet (Foto da Canva) – VostriSoldi.it

Ciò che non tutti sanno, tuttavia, è che quando si possiede uno di questi apparecchi, proprio come accade nel caso delle caldaie, è obbligatorio per legge effettuarne il mantenimento periodico. Si tratta di un dovere dei proprietari, che rischiano multe molto salate, se “pizzicati” senza il documento relativo. Ma a quanto ammontano le multe in questione?

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Quindi, chiunque fosse intenzionato e allettato dal risparmio notevole che queste stufe garantiscono, farà bene a mettere in preventivo una spesa ulteriore per la loro manutenzione. I controlli devono essere effettuati da tecnici specializzati regolarmente iscritti alla camera del commercio e devono essere segnati nel libretto d’impianto della stufa, dove l’addetto dovrà segnare i suoi interventi e eventuali modifiche.

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Pellet pronto per una stufa (Foto da Canva) – VostriSoldi.it

L’intervento di un tecnico può costare dai 70 ai 200 euro. Ma è una spesa irrisoria, rispetto all’importo delle multe che possono raggiungere anche le migliaia di euro, se trovati sprovvisti del libretto. A dover essere controllati, non solo la pulizia della canna fumaria, ma anche lo stato delle guarnizioni, l’emissione dei fumi e altri aspetti.

Se la manutenzione ordinaria non viene fatta, o non si possiede il libretto, le multe possono variare da un minimo di 500 euro a un massimo di 3.000 euro. In alcune regioni, inoltre, è disponibile una sorta di catasto delle stufe, dove si possono scegliere i nominativi su cui effettuare i controlli a sorpresa. In questi casi, se trovate senza revisione, la multa può arrivare anche fino a 6.000 euro.

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