Cedolare secca per gli affitti nel 2023: cosa cambia quest’anno?

Se ti trovi nelle condizioni di avere un immobile, magari che ti è arrivato per una eredità e non vuoi venderlo, c’è l’opzione dell’affitto con la cedolare secca. Ma come funziona questo particolare tipo di rapporto con Agenzia delle Entrate?

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Calcolo tasse (foto canva – vostrisoldi.it)

La cosiddetta cedolare secca è un modo per corrispondere allo Stato tasse relative ai contratti di affitto senza dover necessariamente sottostare a tutti gli adempimenti dell’IRPEF. Esistono due diversi sistemi che rimangono validi anche per il 2023.

Il sistema di tassazione introdotto nel 2011 può essere un buon modo per ridurre le incombenze burocratiche derivanti dalla locazione di un immobile. La prima cosa da sapere è che non è attivato in automatico nel momento in cui viene avviato un contratto di affitto e anzi va richiesto appositamente compilando il cosiddetto modello RLI. Rimane però una opzione anche nel caso di rinnovo del contratto o di eventuale proroga. Questo significa che arrivato a scadenza, se un contratto di affitto viene rinnovato, il rinnovo può passare anche al sistema della cedolare secca.

Come si calcola la cedolare secca e a chi conviene?

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Cedolare secca (foto canva – vostrisoldi.it)

Una prima informazione importante riguardo il sistema del contratto con la cedolare secca è che permette di evitare eventuali imposte di bollo e quelle di registro nonché tutte le varie addizionali comunali e regionali da calcolare dall’IRPEF. Esiste in due versioni. Una aliquota al 10% su quanto previsto dal contratto di locazione per quei contratti considerati a canone concordato mentre per quelli a canone libero l’aliquota è fissata al 21%.

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Questo significa che chi affitta è tenuto a versare allo Stato il 21% di ciò che percepisce dall’affittuario o, in caso di aliquota agevolata, il 10%. La cedolare secca si può poi applicare solo agli immobili affittati ad uso abitativo e che quindi rientrano nelle categorie del gruppo A dalle lettere A1 fino alla lettera A11. Come per tutte le altre forme di imposte anche per la cedolare secca esistono date specifiche entro cui pagare gli importi dovuti. Ma anche in questo caso occorre fare una distinzione.

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Se la somma è inferiore a 257,52 euro, l’acconto viene pagato per intero entro il 30 novembre con saldo al 30 giugno dell’anno successivo. In caso di una somma superiore a 257,52 euro l’acconto viene invece suddiviso con una prima rata, pari al 40%, da versare entro il 30 giugno e la seconda rata, che copre il restante 60%, da versare entro il 30 novembre. Anche in questo caso il saldo avviene al 30 novembre dell’anno successivo al contratto.

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