Shein, la fast fashion colpisce ancora, e questa volta non solo l’ambiente ma anche chi ci lavoro. Ecco le retribuzioni da scandalo del colosso cinese.
Shein, il colosso della moda ultra fast, è di nuovo al centro del mirino. No solo per le critiche volte all’impatto ambientale che le diverse fabbriche e i milioni di abiti invenduti hanno sul pianeta, ma soprattutto per l’etica del lavoro riservata ai fortunati dipendenti di shein.
Nonostante sul loro sito si legga che la società si impegna a promuovere il lavoro sicuro e equo, nella realtà le cose sono ben diverse. Da qualche anno il trattamento quasi disumano in cui lavorano la stragrande maggioranza dei dipendenti di shein lascerebbe poco spazio all’equità e alla sicurezza.
Shein, il fast fashion polemica
I vertici del colosso cinese hanno deciso di sottoporre le proprie fabbriche in Cina ad un controllo su sicurezza e retribuzione. I risultati sono stati inaspettatamente buoni, la retribuzione media è più alta del 40% rispetto agli altri fornitori. In realtà, secondo un’inchiesta condotta dalla rete Uk Channel4, la situazione sarebbe nettamente opposta a quella raccolta dagli ispettori. Grazie a tale inchiesta fu chiaro che nei capannoni in cui vengono fabbricati gli abiti venduti da Shein, vengono rispettati dei turni di lavoro di ben 18 ore, i lavoratori devono confezionare 500 pezzi al giorno.
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Se incrociamo qualche dato, è semplice capire che ogni operario guadagna in media 4 centesimi per ogni abato confezionato. Una cifra assurda. Il dato allarmante è che questi lavoratori hanno diritto ad un solo giorno di riposo al mese. Non tralasciamo poi le situazioni dei lavoratori costretti a lavorare ammassati e senza il minimo rispetto delle norme di sicurezza.
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Se vi state chiedendo il salario medio di un operaio cinese sappiate che questo si aggira intorno ai massimo 550 euro. Una paga irrisoria rispetto alle 18 ore che ogni lavoratore è impegnato a svolgere. La ragione dietro questa strategia è la corsa al ribasso. Negli ultimi anni sono spopolati i siti che vendono articoli di moda fast fashion che si contengono tra loro il sito con il prezzo di vendita più basso. Purtroppo in questa situazione a rimetterci sono i lavoratori, che da anni ormai portano avanti una lotta per sconfiggere il potere e iniziare a vivere dei ritmi lavorativi, e soprattutto paghe, rispettose e dignitose.