Partita Iva, regime agevolato: per non perdere i benefici non superare il nuovo limite

Rimanere nel regime agevolato è un gran sollievo per i titolari di partita iva. Ci sono casi, però, in cui si rischia di perderne il beneficio. Ecco come fare.

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Un lavoratore alle prese con dei calcoli (Canva) – Vostrisoldi.it

Le persone titolari di una società, o che svolgono un’occupazione di tipo autonomo, sono tenuti ad avere un numero di partita iva, usato per definire l’attività e che serve quando si emettono o si ricevono fatture. Queste ultime sono i documenti fiscali tenuti per legge ad essere prodotti nel momento in cui si vende qualcosa o si presta un servizio, e sono tenute a una determinata tassazione, in sede di dichiarazione dei redditi.

Se l’iva normale è al 23%, c’è una fascia di autonomi che possono fruire di un regime agevolato, il forfettario. Ciò è possibile per chi ha dei ricavi entro una certa somma annuale, e prevede due percentuali su cui poter contare. Qualcosa, da quest’anno, è però cambiato. Vediamo allora cosa prevedono le nuove regole sulla tassazione forfettaria e quali sono i limiti entro i quali rimanere per non perderla.

Partita iva: qual è il nuovo limite per quanto riguarda il regime forfettario

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Una persona alle prese con dei calcoli (Canva) – Vostrisoldi.it

Finora il limite per poter usufruire del regime forfettario era fissato a 65.000 Euro annui di reddito, ma con la Legge di Bilancio 2023, questo importo è salito a 85.000 Euro, raggiungendo così un numero maggiore di lavoratori autonomi. Questa agevolazione prevede che per i primi 5 anni di attività l’iva sia fissata al 5%, per poi diventare del 15% per tutti gli anni successivi.

Ciò sta ad indicare che se si supera tale limite, si perde il privilegio della tassazione agevolata a partire dall’anno successivo. Inoltre, è stato stabilito un tetto massimo di 100.000 Euro, superato il quale si perde il beneficio anche durante l’anno in corso. Per poter valutare l’effettivo totale, non si deve considerare la data di emissione del documento fiscale, bensì la data di incasso dei pagamenti.

Ciò sta ad indicare che nel caso il lavoratore abbia emesso fatture anticipate, se il pagamento è avvenuto in data successiva e la somma totale degli incassi rimane nel limite previsto per legge, potrà continuare a godere dei benefici della tassazione forfettaria.

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